Voglia di Europa

Mattinata all’insegna del sogno europeo, così come lo avevano ideato Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, quella vissuta da un gruppo di studenti del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Pacinotti di Fondi sabato 2 Dicembre.

A guidarli lungo un percorso di riflessione Mario Leone, segretario regionale del Movimento federalista europeo, autore del saggio “La mia solitaria fierezza. Spinelli Altiero”, edito dalla casa editrice Atlantide, fortemente legata al territorio pontino.

Mario Leone, cultore di studi spinelliani, convinto promotore dell’ideale europeista, ha ripercorso la vicenda umana e politica di uno dei maggiori padri dell’Europa unita, alla luce delle carte del confino politico di Ponza e Ventotene, conservate presso l’Archivio di Stato di Latina.

E’ stato un contributo conoscitivo che ha guidato i giovani presenti all’incontro lungo la strada della conoscenza del progetto “Per un’Europa libera e unita.” Il Manifesto di Ventotene, maturato nell’agosto 1941 in piena seconda guerra mondiale.

Mentre grandi e potenti stati europei, chiusi nei loro nazionalismi, si combattevano in un conflitto fratricida, tra i condannati dal regime fascista al confino politico di Ventotene Altiero Spinelli, insieme a Ernesto Rossi, Riccardo Bauer, Eugenio Coloni, Eugenio Curiel, Alberto Jacometti, matura l’ideale europeista pensato come la realizzazione della democrazia internazionale mediante la costituzione degli Stati Uniti d’Europa.

L’Europa di cui si è parlato la rintracciamo in questa parole focali del Manifesto: “ Con la propaganda e con l’azione, cercando di stabilire in tutti i modi accordi e legami tra i movimenti simili che nei vari paesi si vanno certamente formando, occorre fin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli. “

In un’epoca di profonda crisi della cittadinanza europea di fronte ad un organismo percepito solo come burocrazia e controllo delle economie, il senso di questa mattinata vissuto dai giovani che si apprestano ad essere il futuro, il valore dell’impegno di giovani appassionati studiosi come Mario Leone, rinnovano allora la modernità delle parole del Manifesto nonché l’appello finale: “ Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo.  La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.”

Maria Civita Di Biase

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