IL VALORE DIMENTICATO

“Ora, il viaggio tra le fiabe è finito, il libro è fatto, scrivo questa prefazione e ne son fuori: riuscirò a rimettere i piedi sulla terra? Per due anni ho vissuto in mezzo a boschi e palazzi incantati, col problema di come meglio vedere in viso la bella sconosciuta che si corica ogni notte al fianco del cavaliere, o con l’incertezza se usare il mantello che rende invisibile o la zampina di formica, la penna d’aquila e l’unghia di leone che servono a trasformarsi in animali. E per questi due anni a poco a poco il mondo intorno a me veniva atteggiandosi a quel clima, a quella logica, ogni fatto si prestava a essere interpretato e risolto in termini di metamorfosi e incantesimo: e le vite individuali, sottratte al solito discreto chiaroscuro degli stati d’animo, si vedevano rapite in amori fatati, o sconvolte da misteriose magie, sparizioni istantanee, trasformazioni mostruose, poste di fronte a scelte elementari di giusto o ingiusto, messe alla prova da percorsi irti d’ostacoli, verso felicità prigioniere d’un assedio di draghi; e così nelle vite dei popoli, che ormai parevano fissate in un calco statico e predeterminato, tutto ritornava possibile: abissi irti di serpenti s’aprivano come ruscelli di latte, re stimati giusti si rivelavano crudi persecutori dei propri figli, regni incantati e muti si svegliavano a un tratto con gran brusio e sgranchire di braccia e gambe. Ogni poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo aperto, la perduta logica che governa il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra.”

Da Introduzione (di Italo Calvino) alle Fiabe italiane 1956

 

Le fiabe sono sempre state dei porti sicuri, indipendentemente dall’età, dal contesto in cui le si leggeva. Sin dall’ infanzia, si attendeva con ansia quel momento in cui, prima di andare a dormire, veniva letta una storia. La lettura di una fiaba era l’inizio di un sogno ad occhi aperti, l’inizio di un viaggio puramente immaginario, che però lasciava un sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di speranza verso il tanto atteso futuro. Così, con il passare degli anni, pian piano quel piccolo bambino a cui inizialmente venivano lette quelle parole magiche iniziava a poter leggerle in modo autonomo e la lettura delle fiabe non si limitava soltanto alla sera ma ogni volta in cui ne aveva voglia. Diventava così lo stimolo per credere nei sogni, nel futuro e soprattutto per immaginarlo. E magari alla fine scopriva che nonostante tutte le avversità e le difficoltà, le fiabe potevano realmente aiutare a credere nei propri sogni e soprattutto a far in modo che si realizzassero.

 Ma si può ancora considerare valido ciò in un secolo in cui quello che conta è essere privi di empatia e alcune volte dover reprimere le proprie emozioni?

Si può dire che le fiabe nel corso dei secoli hanno accompagnato ogni generazione, come se fossero una guida, un modo per sopportare una vita a tratti troppo amara. In qualsiasi momento difficile, si tendeva a proteggere i bambini cercando di dar loro speranza tramite quelle parole che dovevano alleggerire il peso di difficoltà familiari, sacrifici inadeguati alla loro età ed alcune volte proiettarli lontano dalla realtà in cui vivevano, specialmente negli anni di guerra.

Ad oggi è spaventoso vedere come alcuni bambini non abbiano nemmeno mai ascoltato una fiaba. Oltre questo, è spaventoso come tutti quei piccoli bambini i quali occhi in passato si illuminavano per ogni singola parola, oggi, ormai adulti, non considerino nemmeno minimamente la rilettura di quelle parole che li hanno accompagnati nella loro crescita.

“Quell’unica convinzione mia che mi spinge al viaggio tra le fiabe è che io credo questo: le fiabe sono vere.” Diceva Calvino.

E così, proprio lui un grande sognatore, decise di produrre una raccolta, pubblicato nel 1956 con il titolo Fiabe Italiane, nella quale inserì le più celebri fiabe della tradizione popolare italiana, che riuscì a farsi raccontare durante un vero e proprio viaggio di ricerca tra i paesini Italiani nel secondo dopoguerra.

Forse sono proprio il progresso della tecnologia e l’avvento della società di massa, con le sue leggi e i suoi ritmi disumani, che hanno causato questo distacco da quella realtà sognatrice. In un mondo che corre a duecento all’ ora, si vive in funzione degli impegni, si corre e si cerca di mantenere un ritmo che molte volte porta all’ annullamento dei propri pensieri. Tutto ciò che conta è vivere, seguendo il ritmo che tutti mantengono, vivere finendo con l’identificare la propria vita con sistema socia, per stare a passo con i tempi.

Le fiabe del ventunesimo secolo sono macchine scintillanti e costose, scarpe e abiti alla moda e chi più ne ha ne metta. E tutto ciò che vivono gli adulti si riflette sui bambini. Non c’è più tempo per leggere le fiabe, ormai sostituite da montagne di video su piattaforme web o cartoni animanti in tv. Leggere è diventata ormai una cosa fuori tempo, sempre più accantonata.

Non da ultimo vale la pena considerare come ciò abbia una correlazione con la modifica dei rapporti genitori-figli nell’ attuale contesto sociale, di cui si lamenta la perdita di contatto tra il genitore ed il figlio e quindi l’amplificazione del problema del distacco e del conflitto con il genitore, la mancata comunicazione.

Queste fiabe quindi, considerate ormai superficiali ed inutili, sono così tanto inutili?

In questo tempo di pausa e di ripensamenti, di riflessione e bilanci su ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, potremmo considerare la possibilità che le persone si scrollino di dosso la freddezza che ormai le caratterizza e che le sta rendendo sempre più simili alle loro amate macchine informatiche e che ritornino a sognare ad occhi aperti.

In fondo non si è mai troppo grandi per leggere una fiaba, no?

                                                                                                                           Francesca Marsella

Invito alla lettura

Al seguente link è possibile accedere alla lettura delle Fiabe italiane:

http://www.nilalienum.it/Letteratura/Letteraturaitaliana/900/Calvino-Fiabe-Italiane.pdf

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