L’attualità di una questione sempre urgente.

Si è parlato in questi giorni di un evento che ha sconvolto per la sua brutalità.

Gli Uiguri sono un’etnia di religione islamica che vive nel Nord –Ovest della Cina, nella regione dello Xinjang; dal 2001 però si è intensificata la repressione del  governo nei confronti di questa cultura.

 Nel 2009 una loro manifestazione è degenerata in una serie di scontri con la polizia cinese e sono morte centinaia di persone.

 Nel 2018 poi sono iniziate le prime detenzioni degli Uiguri nei campi di concentramento in Cina.  Questi campi nascono come “centri di formazione professionale volontaria” ma grazie alla diffusione di documenti si è confermato che si tratta della più grande incarcerazione di massa di una minoranza etnico-religiosa dalla seconda guerra mondiale.

Ne parlo qui perché credo che non si dia la giusta importanza, pur essendo una notizia molto grave.

Perché la diffusione deve avvenire attraverso la denuncia di giovani ragazzi coraggiosi invece che dallo stato o da autorità ancora più potenti?

Credo che se si affrontasse la notizia pubblicamente sarebbe più facile da condannare dimostrando di aver capito la lezione che la storia della Shoah ci dà.

 

Annarita Abdallaoui

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