Un aspetto sconosciuto della Shoah: i ROM!

Il 23 Gennaio alcune classi dell’istituto superiore ITT Pacinotti hanno avuto l’opportunità di assistere ad un commovente e toccante spettacolo, presso il teatro Ariston di Gaeta, intitolato “Zingari Lager”, in ricordo del tragico periodo della Shoah.
La rappresentazione racconta la storia di uno zingaro, chiamato Manush, costretto, dopo la deportazione ad Auschwitz, dai terribili militari nazisti, a riprodurre, in quella raccapricciante realtà del campo di concentramento, lo stesso spettacolo circense che lui organizzava quando era ancora libero. Anche se la storia è del tutto inventata, l’autore si è ispirato alla triste realtà  che è stata la Shoah. La parola Shoah significa <<tempesta devastante>>, proprio in relazione allo sterminio di tutte le “razze ritenute inferiori”, soprattutto quella ebraica , organizzata dalla Germania nazista e dai suoi alleati, con al comando il fuhrer A. Hitler. La convinzione dei tedeschi era quella di ritenersi appartenenti alla “razza ariana”, quindi superiore a tutte le altre. Conseguenza di tale aberrante ideologia furono le leggi razziali, le quali proibirono agli ebrei di ogni età di svolgere la loro vita regolarmente. Pertanto i bambini non avevano la libertà di andare a scuola, gli uomini non potevano prestare servizio militare e, per giunta, dovettero chiudere le loro attività economiche; vittime di questo rinchiusi nei ghetti e ad indossare sugli abiti la stella di David, come simbolo di riconoscimento. Successivamente alle leggi razziali, iniziarono le terribili deportazioni senza alcune distinzione tra bambini, donne, vecchi e uomini; trasportati come animali su carri bestiame verso un futuro…di morte. L’interminabile viaggio all’interno dei carri, ermeticamente chiusi, durava ore e ore, giorno e notte; le condizioni igieniche non erano assolutamente accettabili per un essere umano. Al termine di questo eterno “viaggio” si svolgeva la selezione tra donne e bambini, vecchi e uomini che, totalmente incoscienti, si avviavano verso il loro triste destino. A questo punto qualcuno si chiederà:
Cosa simboleggia Manush in questo spettacolo teatrale?
L’autore, tramite Manush, ha voluto simboleggiare la situazione vissuta da ogni singolo deportato  in quell’inferno. Come la relazione di ogni singolo deportato, una volta fuori da quell’inferno, anche Manush rimane segnato: non riesce più a sorridere e a rispondere a quelle domande alle quali prima sapeva dare risposte logiche.
A nostro parere lo spettacolo è stato realizzato in modo talmente efficace da trasmettere gli stati d’animo del protagonista e nello stesso tempo deportati. La rappresentazione ha coinvolto emozionalmente tutti noi studenti senza peraltro cadere mai nella noia, merito anche degli appropriati interventi musicali inseriti nel corso della storia.
Alla fine, il registra Maurizio Stammati, in collaborazione con Alessandro Izzi, per rappresentarci sotto un’ottica diversa il Mondo dei Rom, ha invitato come musicisti tre persone di quella etnia che hanno dimostrato un talento non indifferente; infatti, suonano con il grande Ennio Morricone, ma non dimenticando, nonostante ciò, la loro tradizione: suonare nelle metropolitane. Il messaggio che lo spettacolo ha voluto trasmettere possiamo riassumerlo in questa significativa frase: “ Siamo abituati a guardare il mondo con indifferenza, senza renderci conto di come il nostro non prendere posizione si trasformi troppo spesso in complicità”.
“Odio gli indifferenti” affermava con forza Antonio Gramsci.

Papa Giada e Zottola Miriam

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