Stoccolma sotto assedio: Ritorna la paura nel mondo

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Stoccolma, 7 Aprile 2017: uno spensierato Venerdì immediatamente si trasforma nel peggiore degli incubi.

Sono le 14:53 quando la zona commerciale della capitale svedese viene di colpo falciata da un camion che, viaggiando ad alta velocità, tenta di uccidere più bambini possibile.

L’ autista uccide quattro persone (due svedesi, un inglese ed un belga) ed un cane, ne ferisce almeno una decina e continua a seminare terrore fino a quando non perde il controllo.

Il camion va dunque a schiantarsi contro una vetrina, dove prende fuoco: a questo punto, l’autista – che verrà presto rintracciato – fugge via.

Tra le lamiere del camion, la polizia trova una bomba artigianale: ecco i primi sospetti di un ennesimo attacco di matrice islamica.

Agghiaccianti saranno le parole dell’ attentatore – un uzbeko di 39 anni – che dichiarerà di aver agito così perché incaricato da alcuni jihadisti siriani, e, soprattutto, per vendetta nei confronti del governo svedese che non gli aveva accettato la richiesta d’asilo.

L’uomo, inoltre, non sarebbe stato l’unico a dover agire: in pomeriggio inoltrato, un piccolo commando di tre jihadisti avrebbe dovuto compiere una seconda strage più a sud.

Ovviamente, questo secondo attentato non c’è mai stato: e questo grazie alle parole dell’ attentatore e di un blitz da parte delle forze dell’ordine che è riuscito ad arrestarli tutti e tre.

Due giorni dopo, il 9 Aprile, il primo ministro svedese Löfren annuncia una repentina decisione: affrettare al più presto l’espulsione di coloro ai quali è stato rifiutato il diritto d’asilo.

Lorena Berardi

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