“SCHIENA DRITTA, CUORE SALDO”

Iniziative come queste non devono essere sentite come cose distanti, bensì come qualcosa di insito nella nostra natura, perché affermano i valori propri dell’essere umano. 

 

In un mondo asservito dal calcolo e dalla convenienza, dominato da carrierismo più sfrenato, qualcuno ha orientato la sua condotta secondo parametri differenti in cui i valori sono l’unica guida.

Lunedì 14 ottobre alle ore 10:0, l’Auditorium della Banca Popolare di Fondi ha ospitato la presentazione di un libro, nel quale si ricostruisce la lotta al terrorismo e alla mafia, intrecciata con il destino di tanti magistrati vittime, divenute icone di legalità e autentica professionalità.

Intitolato “I RITRATTI DEL CORAGGIO. LO STATO ITALIANO E I SUOI MAGISTRATI”, il libro è stato presentato dal giudice della Corte Costituzionale Stefano Amore, il quale ha spiegato che è il risultato di più mani, scritto da 20 Magistrati non ha finalità commerciali bensì principalmente uno scopo conoscitivo, rispetto alla “Damnatio Memorie”, rivolto quindi soprattutto ai giovani.

Alla presentazione hanno preso parte tutti gli istituti scolastici di secondo grado di Fondi e non solo, anche numerose forze dell’ordine, toccate da questa iniziativa. Numerosi i ringraziamenti da parte del presidente dei Monti Aurunci Marco Delle Cese, del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini, del Presidente della Provincia di Latina Carlo Medici e del Sindaco di Fondi Salvatore De Meo e del Presidente della Banca Popolare di Fondi Antonio Carroccia.

“I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere” ha esordito Fausto Cardella, Procuratore generale presso la Corte di Appello di Perugia. Accanto a lui fautori della discussione: Giuseppe Bianco, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma; Caterina Chiaravalloti, Presidente del Tribunale di Latina; Fabio Massimo Gallo, Presidente della II sezione civile della Corte di appello di Roma. “Il vero pericolo è interno e consiste del lento esaurirsi delle conoscenze, che porta a scegliere la strada più facile” conclude il componente del consiglio superiore della Magistratura Piercamillo Davigo, il quale sottolinea come mai in nessun paese del mondo, in solo un secolo di storia si siano succeduti 28 assassini di magistrati, accompagnati da sacerdoti, avvocati, forze dell’ordine che hanno sacrificato la propria vita per rendere giustizia oltre che a se stessi, al popolo. 

Bisogna ritrovare l’etica ma non un’etica frammentata, io parlo di etica collettiva e unica”, questo è il messaggio lanciato a tutta la sala al termine dell’incontro che successivamente si è mossa verso Campodimele, per piantare una quercia in memoria delle vittime. Gesto che annuncia Davigo, sarà prossimo nella terra santa di Gerusalemme come ricordo del ventottesimo magistrato volato in cielo.  

di Alessia Pecchia

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