Le Disavventure Di Aurora

C’era una volta una fanciulla  di nome Aurora , figlia di un mercante di  stoffe. Lei era incantevole, quando passeggiava per il paesino, era osservata per il suo fascino e per l’eleganza con cui indossava gli abiti con delle stoffe preziose e cucite finemente. Aveva tutto, non poteva lamentarsi di nulla, quando un tremendo giorno rimase orfana della madre e da quel momento la sua vita cambiò. Passarono cinque anni e ormai era diventata una piccola donna e il padre si era risposato con una perfida signora, dall’ aspetto dolce e raffinato ma che nascondeva un orrendo segreto. Nessuno sapeva che in realtà fosse una potente strega. La fanciulla aveva percepito l’ambiguità della matrigna, negli sguardi, nelle assenze continue e  cercava di mettere in guardia l’amato padre che però non l’ascoltava perché era perdutamente innamorato di lei. La matrigna era gelosa di Aurora e della sua bellezza che ogni giorno aumentava sempre di più. Prima di andare a letto, le preparava una tazza di tisana e all’ interno una pozione, diversa ogni sera. Una mattina si risvegliò con dei brufoli in faccia, la mattina seguente con le gambe storte e molto ingrassata. Arrivò il compleanno del padre e Aurora non vedeva l’ora di sfoggiare il suo miglior vestito. La matrigna non volendo che Aurora si presentasse alla festa provò in tutti i modi possibili per non mandarla. Cominciò con inventarle che la festa era stata rimandata perché il padre doveva partire urgentemente ad acquistare altre stoffe che aveva terminato, e lei cominciò a dubitare che non fosse vero e non le credette. Poi chiese ad Aurora di andarle a prendere un paio di scarpe che si trovavano nel ripostiglio perché posizionate in alto e lei non ci arrivava. Aurora andò e appena entrò, la matrigna la chiuse dentro. Aurora si voltò  per dare le scarpe alla matrigna e vide che la porta si era chiusa, cercò invano di aprirla ma non ci riuscì. La ragazza disperata cominciò ad urlare e a gridare aiuto ma nessuno la sentii; Demoralizzata si sedette per terra triste e confusa. Passarono ore e la festa era ormai iniziata ed Aurora ancora era chiusa lì dentro sola e sconsolata, quando all’ improvviso vide la porta piano piano aprirsi  nell’ arco di qualche secondo richiudersi; lasciando una scatola con un biglietto su cui c’era scritto:” buona serata anche a te “ e oltre il biglietto c’era anche una tazza di tè che in realtà era una pozione preparata dalla matrigna per far invecchiare Aurora di trenta anni. La ragazza ingenua come sempre e molto assetata bevve la pozione. Inizialmente non successe niente ma dopo qualche minuto cominciò a trasformarsi: le sue mani diventarono rugose, secche e tremolanti e poi pian piano tutto il suo corpo si trasformò dalla testa ai piedi. Lei confusa non sapeva cosa stesse succedendo. Impaurita cominciò ad urlare a squarciagola e a piangere perché non poteva credere a quello che stava accadendo e che proprio lei mancasse alla festa del padre. Di lì passava un ragazzo o meglio un principe di nome Raffaele che stava cercando il suo cane da caccia e ad un certo punto sentii dei rumori provenire da una stanza e il suo cane da caccia si fermò proprio lì  davanti alla stanza dove era intrappolata Aurora. Il principe ed Aurora si conoscevano sin da piccoli perché giocavano insieme, e quando lui aprì la porta e la liberò capii subito che era lei, i due si abbracciarono e le chiese cosa fosse successo e a lui raccontò la sua triste storia dopo scappò. Il principe la rincorse e le disse che lui avrebbe potuto aiutarla con l’antidoto costudito nel suo anello e senza esitazione lo prese e lo diede alla ragazza che riacquistò la sua incantevole bellezza.

Carola Fiore e Greta Scog