Ego: un nemico obsoleto per la società moderna

 

Egocentrismo ed egoismo: queste parole le avrete di sicuro udite, svariate volte nel corso della vostra vita; vi chiedo subito: << Riguardo ad esse, cosa state pensando ora? >>; e voi, con svariata probabilità: << Il peccato peggiore >> , << Il male >>, << Uno schifo >>, << Io non sono così >>, << Io sono migliore >>, << Cancro della società >> e così via.

Ed ora vi chiedo: << Ci avete mai davvero pensato, intensamente, a queste parole? >> ; << Non ho tempo >>, << Ma figurati >>, <<  Chissene! >> , << Ho cose più importanti >> potrebbe essere la vostra risposta: ve ne dò ragione, e non siete condannabili. Perciò sono anche qui, ora: esporrò, secondo il mio ragionamento, la tesi per cui quelle due parole succitate rappresentino un nemico inconcreto ed obsoleto alla nostra società contemporanea.

<< Perchè mai? >>, << Che me ne importa >>, << Di che parla? >> , << Me ne vado, ho altro da fare! >> ; fatelo ora quindi, se volete, e chi vuole ascoltare, mi ascolti nell’illustrare la concretezza della mia tesi.

Inizierò, pertanto, con un esempio molto concreto: << Se ora, in questa sede, apparissero dei terroristi ed iniziassero a sparare sulle vostre teste , che fareste istantaneamente? >>.

Riflettete al riguardo un momento, per favore.

Se avete fatto e qualcuno di voi ha solo, minimamente pensato a salvare la pellaccia di qualcun’altro fuorchè la sua, allora vi accuso di inconcretezza: Perchè?

Questo perchè l’avete pensato, e non percepito, nel senso che non l’avreste fatto per istinto, quindi inconsciamente, ma per pensiero, quindi in maniera coscienziosa e manipolabile; manipolata da film riguardanti eroi dall’armatura lucente e cattivi dalla risata isterica e da colonne sonore epiche ed emozionali, uno schermo fantasioso e, personalmente, gradito ( ma inconcreto!), che oscurano dalla concretezza della situazione: a nessuno importerebbe un centesimo di chi gli stà affianco. Se ciò che dico corrisponde con i criteri delle vostre riflessioni, allora ciò che dico è applicato alla realtà, e quindi concreto. Ma specifichiamo…

Perchè tutto ciò?

Perchè lo schermo di entità maggiore dell’umanità a tale situazione è propriamente, per via di ciò che andrò a descrivere, l’egocentrismo e l’egoismo; ho scelto di parlare al singolare  e non al plurale poichè l’egoismo è considerabile il “contenitore” dell’egocentrismo, ovvero è come parlare di una matrioska includendo, nel sostantivo,  l’altra presente al suo interno.

Per definizione, questi concetti sono, in senso stretto e lato: << l’atteggiamento e comportamento del soggetto finalizzati unicamente al conseguimento dell’interesse del soggetto che ne è l’autore >> , ovvero la versione scolastica di ciò che è stato detto prima.

Allora ciò che è stato rappresentato all’inizio è egoismo/ egocentrismo?

Allora il preservare la sopravvivenza del proprio essere è egoismo?

Allora la volontà di tornare sano e salvo dai propri cari invece di scagliarsi contro i fucili nell’improbabile tentativo di << salvare la situazione >> è egocentrismo?

Merita la dannazione chi ha preferito salvare se stesso?

Guardiamoci in faccia , e sfido chiunque a dire << sì >> ; in tal caso, allora state solo coprendo inconcretamente il vostro io ( da qui in poi mi riferirò ad esso col termine << ego >>, che specificherò in seguito), la risposta concreta è NO.

Perchè ciò, allora?

Perchè questo schermo alla nostra vera natura è solo allo scopo di autocompiacere ed autogiustificare le nostre abitudini e gli errori di questa nostra società: una società che da un lato promuove il benessere del nostro ego esterno, piuttosto che del nostro ego concreto ( ovvero quello interiore), e dall’altra condanna e bandisce lo stesso come << sbaglio >> , << peccato >> o simili; una società che si condanna e si compiace , divisa come l’animo degli umani che compongono quest’ultima.

Non siete soddisfatti? Ecco di più…

Ragionando, se la nostra società è formata dagli esseri umani, allora è anche formata dalle personalità di ognuno di quest’ultimi; se si pretende di avere personalità, allora si ha un ego per ogni umano-componente; pertanto, la società non è propriamente formata da “noi”, ma degli ego di ognuno di noi, parti stesse dei nostri animi. Allora, per assurdo, rinnegare l’ego come fa la società contemporanea è uguale al rinnegare la società stessa… Così facendo si giunge al paradosso in cui la società rinnega se stessa, annullandosi ed annullando anche la relativa esaltazione e condanna generale dell’ego.

C’è anche una dimostrazione dal punto di vista linguistico, degna di nota poichè riguarda il veicolo di comunicazione, assai importante, del linguaggio parlato: il termine “ego” è un vocabolo greco antico ( degno, poichè lingua di coloro che, prima di noi oggi, ragionarono intensamente su simili questioni) che significa proprio “io” come pronome personale; esso verrà ereditato da varie lingue successive nel tempo, rimanendo invariato in forma e significato fino ai giorni nostri, a dimostrazione di come esso sia il veicolo collegato all’io interiore, immutato fin dai tempi antichi come è immutato l’animo umano.

E qui sta, infine, l’ultimo punto: << Perchè obsoleto? >>

In una società come la nostra, con caratteristiche ed esigenze e tecnologie moderne e relativamente avanzate, quest’ultime paragonabili ormai quasi a quelle dei cosidetti “dei”, nella quale società un umano pretenzioso e megalomane per natura di cui io posso esserne esempio, il suo discorso , suo frutto, che condivide le stesse caratteristiche dell’oratore ed è alla portata della mente di tutti, concreti ed inconcreti, tale quesito continuerà costantemente ad autoannularsi per i succitati motivi e, conseguentemente, a rimanere nell’oblio dell’indeterminazione, almeno fin quando qualcuno verrà a discutere con noi umani al riguardo; l’unica àncora disponibile a noi tutti è l’accettazione e la seguente convivenza con esso, l’ego, parte in tutto e per tutto del nostro animo e della nostra identità, che ci rende e ci fa riconoscere come “umani”.

Per conclusione, alla fine di tutto questo ragionamento sull’ego, si è dimostrato logicamente che esso non è definibile più come “nemico” della società, e pertanto diventa obsoleto deifnirlo in tal modo.

                                                                        Lorenzo Larocca