Diario di Gionta

9 Maggio 1803

7 del mattino, vengo svegliato dal vice-ufficiale che mi comunica l’arrivo dell’ influenza di tutto il mio equipaggio e dell’ abbandono del primo ufficiale dalla nave con una scialuppa piena di provviste. Se il buongiorno si vede dal mattino si prospetta una giornata non delle migliori. Nonostante ciò cerco di alzarmi dal letto ma crollo e mi riaddormento.

Sono le 9.25:

Salto giù dal letto per il boato provocato dalla rottura dell’ albero maestro. Quest’ultimo accaduto causa uno spacco profondo fino alla stiva allagandola completamente.

Ore 9.50:

Nel panico creato è andata persa anche la bussola, elemento essenziale per noi.

Tra una cosa e l’ altra giungiamo alla sera. Decidiamo di fermarci per la notte in mezzo al niente in quanto sceso il sole non riusciamo ad orientarci. Io, capitano, sono distrutto moralmente non so più che fare e come agire.

Ore 23.01:

Prima di riposare osservo il mare consapevole del fatto che domani è un altro giorno e sono pronto ad affrontarlo al meglio.

11 Maggio 1803

I giornali non fanno altro che parlare della nostra impresa riuscita.

Gabriele Gionta